Palazzo Belgiojoso


Il complesso architettonico dovrebbe risalire all’inizio del XVIII secolo ed essere stato edificato della famiglia Locatelli, originaria della bergamasca Valle Imagna. Nel 1794 il palazzo venne venduto a Giovanna Mellerio, moglie del principe Carlo Rinaldo di Belgiojoso d’Este, che però morì nel 1797, poco dopo il sequestro del palazzo da parte delle autorità della Repubblica Cisalpina, che voleva trasformarlo della sede del Dipartimento della Montagna.

Dopo avere vissuto nel corso dell’Ottocento molti passaggi di proprietà ed essere stato impiegato per vari utilizzi, nel 1927 Palazzo Belgiojoso divenne sede dei Musei Civici di Lecco.

Oggi si presenta con il tipico aspetto di un palazzo settecentesco, benché privo di un’ala che non è mai stata costruita. L’ingresso è dominato dall’ampio porticato sulle cui pareti, negli anni trenta, è stato collocato un lapidario con vestigia del seicentesco forte spagnolo di Fuentes, presso Colico, decorazioni e lapidi di alcuni edifici tardomedioevali lecchesi che sono stati demoliti o modificati.

Sul soffitto dello scalone sono emersi quattro medaglioni della seconda metà dell’Ottocento, con il ritratto di altrettanti personaggi che raffigurano i protagonisti del romanzo di Alessandro Manzoni. Sui soffitti del piano nobile, invece, recenti sondaggi hanno messo in rilevo la presenza di decorazioni pittoriche settecentesche con soggetti esotici, di pregevole fattura.

Oggi è sede del Museo di Storia Naturale, del Museo Archeologico e del Civico Planetario, inaugurato nel 2004. Al piano terreno sono aperte al pubblico anche le prime sale del nuovo Museo Storico, la cui realizzazione verrà completata nei prossimi anni.

In tal modo il palazzo costituisce un polo museale articolato che, riprendendo l’ispirazione dei suoi illustri fondatori, offre al visitatore la possibilità di ripercorrere con serietà scientifica e chiarezza divulgativa la storia economica, sociale e ambientale del Lecchese, dal Paleolitico all’Età Contemporanea.


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